Laura Mesi passa dall’autoerotismo al matrimonio
Dall’autoerotismo e l’egocentrico “io” al matrimonio il passo è breve. No, non lo è, lo è stato però per Laura Mesi, la prima sposa single d’Italia. I quotidiani si spendono in svariate elucubrazioni sulla sua scelta – del tutto legittima – giusto per ricamarne un senso che vada al di fuori di un qualcosa giusto per – continuare – ad elogiare se stessi ed il proprio superego, al punto da meritare pagine e pagine a tiratura nazionale.
“Abito bianco tempestato di brillanti Swarovski, velo di tulle e la marcia nuziale di Mendelssohn. E poi la fede d’oro, i testimoni e un pranzo da mille e una notte con settanta invitati e una torta nuziale a cinque piani. È un matrimonio da favola quello che è stato celebrato in un agriturismo a Vimercate. Mancava lo sposo. Ma solo perché Laura Mesi, di Lissone, è la prima sposa single d’Italia.“
La reatà è che queste boutade sono fini a se stesse e non dovrebbero nemmeno esser menzionate se non per un perculamento accanito: qui non c’entra nulla “la libertà”, non è stato aggiunto alcun traguardo e nessun passo in avanti si è fatto per le libertà, quelle vere, sessuali, di genere e soprattutto nel campo dei diritti individuali. Queste sceneggiate sono puro e semplice egocentrismo a favor di telecamera compiacente. I suoi 15 minuti di notorietà e, tutto sommato, questo è il giornalismo che ci meritiamo.
E non è stato nemmeno il primo caso in realtà, lo aveva già fatto pochi mesi fa tal Nello Ruggiero.