Il Mattino è solito scovare autentiche perle memorabili e di renderle ancor più ridicole con il suo clickbaiting, questa volta a base di vagina.
Una vagina piuttosto capiente
Questa volta ci racconta un fatto curioso tenutosi nel carcere di Agrigento, nel quale una donna, coniuge del compagno agli arresti presso la struttura carceraria, ha ben pensato di fornirgli ben sette telefoni cellulari (di piccole dimensioni) infilandoseli in uno dei suoi sacri orifizi, nello speficico, nella fica, nel tentativo di poterglieli consegnare e metterlo in comunicazione con il mondo esterno.
Inutile dire che tira di più in carro di fica che un pelo di bue, di conseguenza, è ovvio per un quotidiano dover portare alle cronche un fatto tutt’altro che unico, oserei dire, banale: nelle carceri entra di tutto e, di solito, non viene trasportato in una borsa dell’Eurospin. O no?
“la donna ha superato senza problemi i controlli del blocco, primo di accedere alla struttura. A quel punto le guardie l’hanno accompagnata, come sempre avviene, verso la saletta dei colloqui, ma prima di accedere, è stata sottoposta a nuovi controlli anche con delle apparecchiature. E qui è scattato l’allarme. Subito le poliziotte della Penitenziaria hanno fatto una perquisizione personale sulla signora e hanno trovato i sette micro cellulari, tutti custoditi in un unico involucro, occultati nelle parti intime della signora.“
Immagino siano stati tutti in modalità silenziosa, ovviamente con la vibrazione attivata. Tempo addietro probabilmente ha provato anche con una cabina telefonica, ma risultando troppo vistosa ha desistito optando per un dispositivo più discreto. E poi, il difficile era prendere i gettoni avanzati.