Corvi necro(w)fili
L’ornitologa Kaeli Swift ha recentemente scoperto che tra gli uccelli della famiglia dei corvidi viene praticata la necrofilia.
Nel 2015, durante le riprese fotografiche di un documentario sulla vita di Gabi Mann per il quale stava collaborando assieme al suo collega John Marzluff e la troupe televisiva, la ricercatrice dell’Università di Washington posò la carcassa di un corvo sul ciglio di una strada, nel tentativo di osservare il comportamento di questa specie posta in contatto con dei loro simili morti.
Appostandosi a debita distanza per effettuare l’osservazione, furono testimoni di un comportamento inaspettato da parte di un esemplare appollaiato sul ramo di un albero nelle vicinanze che, una volta avvistato un suo simile steso a terra, planò verso di lui mettendosi presto ad eseguire un rituale di corteggiamento, estendendo le ali e rizzando le piume della coda, preparandosi all’accoppiamento.
Swift ed il suo collega, incuriositi da questo comportamento insolito, decisero di approfondire e di condurre in seguito uno studio sulla vicenda.
I risultati della ricerca
Nella ricerca condotta insieme a Marzluff, nei tre anni successivi ed in seguito pubblicata sulla rivista scientifica Philosophical Transactions of the Royal Society B, Kaeli Swift spiega come nella maggior parte dei casi i corvi si siano comportati come previsto e studiato in precedenza: valutando la presenza delle carcasse come un pericolo e gracchiando per avvertire gli altri esemplari nelle vicinanze. In quasi il 25% dei casi, i corvi osservati si sono avvicinati ai corpi per toccarli con le zampe, spostarli e beccarli.
Nel 4% dei casi, invece, dopo essersi avvicinati gracchiando, i corvi hanno nuovamente manifestato il singolare comportamento necrofilo tentando di accoppiarsi con loro visto in quella singolare occasione. In alcuni tra questi particolari casi, dopo il tentativo di accoppiamento, hanno fatto a pezzi la carcassa con il becco. Questa cerimonia talvolta ha addirittura coinvolto più di un unico esemplare, trasformando l’amplesso in un’orgia truculenta.
Gli episodi di necrofilia sono stati più frequenti all’inizio della stagione degli accoppiamenti, tuttavia questo non dimostra un nesso con una ricerca ossessiva di un partner, essendo presente quello abituale nelle vicinanze.
Non è ancora chiaro quindi cosa induca alcuni corvi ad avere rapporti sessuali con i loro simili morti. L’ipotesi più plausibile è che gli esemplari più giovani ed inesperti non riescano a gestire il carico ormonale e gli imprevisti della stagione primaverile, non preoccupandosi di far quindi particolare distinzione tra ciò che è vivo e ciò che non lo è.
È stato inoltre osservato che il comportamento dei corvi differisse a seconda di come siano state posizionate le carcasse, spesso donate da università o trovate dai cittadini residenti nei dintorni di Seattle (luogo cui pressi è stata condotta la ricerca) e successivamente trattate e sottoposte ad impagliatura per preservarne le caratteristiche. Ciò ha reso possibile metterle in varie “pose”, scegliendo tra quelle più comuni tra gli esemplari in vita, potendo simulare atteggiamenti naturali oltre a quelle adagiate tipiche degli uccelli morti.
Compiendo le osservazioni a distanza non è stato invece possibile verificare il genere sessuale dei corvi presi in esame; si pensa il loro sia comunque un comportamento che riguarda entrambi i sessi senza distinzione in quanto, come già noto per altre specie di uccelli, i maschi dei corvi non posseggono un vero e proprio pene ed i rapporti sessuali non avvengono tramite penetrazione, ma per sovrapposizione degli organi sessuali posti sotto le code, rendendolo possibile la riproduzione.
Corvi sul Blog di Kaeli Switf
Il blog di Kaeli Swift è una fonte molto interessante per gli amanti dei corvidi. Liberamente consultabile all’indirizzo: https://corvidresearch.blog
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